Memoria

Storia di una famiglia teatrale

di Loris Seghizzi

Con Enza Barone, Loris Seghizzi e la partecipazione di Walter Barone.

Video a cura di Michele Fiaschi. Elaborazione del suono di Mirco Mencacci. Effetti sonori Piergiorgio De Luca. Musiche di Massimiliano Nocelli.

Memoria è la storia di una “famiglia teatrale” nata agli inizi del ‘900.
Enza Barone, figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica durante la seconda guerra mondiale.

Attrice vera, vittima delle atrocità del nazifascismo, ripercorre insieme al figlio un secolo di teatro e, in parallelo inevitabile, “stracci” di storia d’Italia dall’avvento di Mussolini fino ai primi anni 80.

In un’ora di parole ed emozioni riaffiorano i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti e gli stessi ricordi spesso si materializzano in frammenti di spettacoli. Una vita spesa per il teatro, seguendone appassionatamente e fedelmente ogni singolo mutamento e trasmettendone l’amore ai figli, così come hanno fatto a loro volta i genitori con lei.

L’opera è il frutto di una lunga  ricerca nell’archivio storico della compagnia composto da innumerevoli copioni, fotografie, costumi e ancora libri, scritti, scene ed oggetti.

Memoria è lo strano esempio di una storia vera dove, semplicemente, la verità è più assurda della fantasia.

A seguito della pubblicazione del libro Memoria, storia di una famiglia teatrale, scritto da Francesco Niccolini e Loris Seghizzi e edito da Titivillus, Scenica Frammenti presenta lo spettacolo che racconta la storia di Vincenza Barone e della Compagnia.

“Arrivano i ricordi e anche ciò che non credevo un tempo importante diventa l’immagine tanto bella e preziosa di momenti che ho paura di non poter rivivere… Come aver perso qualcosa, come se un tempo nemmeno lontano io fossi migliore di ora e vivessi una vita più bella di questa. Rincorro un sogno, lotto per quello che desidero e che un tempo fu mio e non solo mio, come dire, tutto finisce… Sicuramente qualcosa finisce troppo presto.  Vivo con la presunzione che la mia storia sia tra le più belle che siano mai esistite, perché la mia storia non è solo mia… Perché anche la persona più fantasiosa farebbe fatica a inventarla. 

In questo pomeriggio quasi buio di Novembre, mi viene da pensare a mia madre, e non solo a lei perché la sua storia non è solo sua, che di anni ne ha ottanta e mi sembra di vedere il giorno che non avrò più possibilità di abbracciarla e di parlare con lei, allora vedo anche i giorni in cui avrei potuto farlo e non l’ ho fatto  e mi sento sporco… Proprio come è successo con mio padre, lui si che è stato fortunato, lui si che può dire che esiste qualcosa di simile all’infinito; e la sua storia non è solo la sua, ma in buona parte si.

Non so dove sia mio padre, il giorno che lo capirò vorrà dire che avrò raggiunto un’incredibile consapevolezza di me stesso, comunque è come se avessimo deciso insieme che una sola vita non basta e penso che… Abbiamo ragione.”