Adattamento, regia e interpretazione di Michele Zaccaria.
Musiche adattate ed eseguite da Silvia Mastrogregori.

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In “Ancora Jernej”, una chitarra e un narratore intrecciano i loro ruoli tradizionali alla ricerca della massima resa espressiva del dramma e dei personaggi. Jernej, un contadino sloveno ai tempi dell’impero austro-ungarico, parte alla ricerca di giustizia per il suo licenziamento in tarda età. La giustizia, però, prende di volta in volta la faccia di chi la interpreta, senza quel carattere oggettivo e assoluto che le dovrebbe essere proprio. I contadini, il sindaco, un misterioso viandante, i bambini, i giudici dei tribunali, i malviventi contribuiranno a sgretolare poco a poco le certezze di Jernej, cui non rimarrà altro che appigliarsi all’istituzione divina, ma senza risultati. Dunque, di chi è il lavoro? Qual è la legge? Quale la giustizia? L’uomo abbandonato dalle sue certezze cosa può fare in un mondo che non ha più posto per la catarsi? Sono domande cruciali per Jernej, per gli interpreti della storia e per chi vi assiste.

Lo spettacolo è liberamente tratto da “Il servo Jernej e il suo diritto” di Ivan Cankar (Feltrinelli 1977) e le musiche sono di Alexandre Tansman e J. S. Bach, suonate necessariamente su chitarra classica dal vivo.

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