Uno spettacolo di Chiara Tessiore
Messo in scena ed interpretato da Federica Ombrato e Chiara Tessiore
Con la supervisione registica di Jean-Paul Denizon
“La Mosca – Almeno un milione di scale” è la storia di un’attesa.
In uno spazio che è insieme evocazione e soffitta, memoria e polvere, si aggira Mosca. La Mosca, al secolo Drusilla Tanzi,la donna che ha sceso milioni di scale al braccio del poeta Eugenio Montale,che ne è stata compagna di vita e poi moglie,ma che ne è diventata Musa solamente dopo la morte.
Mosca, Musa dell’affetto quotidiano,della tenerezza, dell’abitudine,che un giorno scompare e lascia solo il vuoto dell’Assenza .
Vogliamo sondare una vita passata all’ombra di spessi occhiali,accompagnando con la costanza della presenza,quel poeta che cantava altre donne,altre Muse.
Mosca come Gemma Donati,la moglie di Dante,che si trova a leggere i versi per Beatrice.
E le Beatrici arrivano. Si incontrano e si scontrano come fossero ricordi,evocazioni. Si incarnano nel corpo di una sola attrice e raccontano il poeta che le ha raccontate.
Aneddoti buffi, affettuosi, dolorosi, amori amati in modi tanto diversi: ad ascoltarli c’è sempre la stessa donna. Mosca non parla mai,questa la sua forza e la sua sfida. Non cede e non concede nulla.
Le muse affollano di ricordi quell’attesa,come hanno affollato quella vita.
Portano le loro ragioni:la Volpe,la poetessa Maria Luisa Spaziani,racconta le risate,la complicità,le corse in tandem e i gelati all’amarena;Arletta il suo mistero,la vera o immaginata morte di una bambina che è stata compagna di giochi di un poeta ancora ragazzo;Clizia,il grande amore,porta l’ingiustizia di una donna che ha dovuto rinunciare alla felicità per la vigliaccheria di un uomo che non sapeva scegliere,che non riusciva ad abbandonare la compagna.
Ma questo spettacolo non è un processo,non si sta dalla parte di nessuno. Si riflette.
Si indaga come la grande poesia possa scaturire dall’anima di un poeta troppo rassegnato e pigro per desiderare di essere felice. Un poeta che si abitua a cibarsi di nuvole e di lontananza. Non un vate, un titano, un eroe, semplicemente un uomo.
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