Amleto

A Psychosocial Comedy


Con Iris Barone, Walter Barone, Loris Seghizzi, Eros Carpita, Alice Bosio, Nicola Finozzi (chitarre), Roberto Kirtan Romagnoli (percussioni, rumoristica, flauti, gingilli)
Regia di Loris Seghizzi

Amleto è una commedia teatrale e musicale psico-sociale. 

Amleto è di per sé un personaggio che potrebbe essere preso in riferimento per chi studia psicologia, mentre il teatro ha di per sé una funzione sociale, soprattutto se a praticarlo è una compagnia che, solo a vederla passare in strada, restituisce l’immagine di una follia che ne disegna identità, in una folle combinazione di esseri umani, in una folle messa in scena dove si mischiano follia teatrale a follia pura, ovvero la follia che appartiene alla nostra vita.

Parliamo dunque di teatro nel teatro, di meta teatro, di teatro come meta di una compagnia teatrale che mette in scena una compagnia teatrale. Cose da matti…

La compagnia è diretta a Elsinore – nella storia di Amleto – o forse è meglio dire nelle tante Elsinore di questo mondo – vista la tournée da fare – facendo finta che si tratti sempre della solita Elsinore. La compagnia entra a palazzo e mette in scena il più noto omicidio della storia (del teatro) e tutto ciò che ne deriva. 

Ma parliamo pur sempre di commedianti, quindi non potremmo mai pensare ad una tragedia vera. La tragedia c’è, ma i veri commedianti sanno farti ridere anche del peggior dramma. La vita ce lo insogna: mentre qualcuno muore, qualcun altro ride, qualcun altro ancora canta, dorme, sogna, mangia, fa l’amore, si arrabbia, festeggia o si prepara a un viaggio, etc, etc, etc. 

Tutto questo è folle, si sa. Esattamente come sappiamo che tutto questo non è folle ma è normale, è la vita… 

In un’ora di divertimento puro, unito al dramma, nel classico stile delle Compagnia di Giro Scavalca Montagne, per la produzione di Scenica Frammenti, raccontiamo la celeberrima tragedia di William Shakespeare come una sorte di missione terapeutica a favore di chi (siamo in tanti) ha bisogno di un sostegno morale che faccia da stampella alla propria follia, al proprio disagio, alla propria condizione sociale. In sostanza siamo o non siamo tutti dei casi umani? Cosa ci differenzia così tanto da Amleto, dalle sue visioni, dalla sua rabbia, dalla sua voglia di vendetta, dalla sua nausea verso il sistema, dal suo disgusto per la società? C’è un po’ di Amleto in tutti noi e solo se ce ne rendiamo conto possiamo cambiare qualcosa. 

Noi intanto rielaboriamo cotanta tragedia guardando il lato positivo della vicenda, portando lo spettatore nella comicità della follia e dell’esistenza. 

Il nostro mestiere è il teatro… Si deve per esser folli per fare i teatranti. Si deve esser ancora più folli per pensare che il teatro sia in ognuno di noi. Si deve pur esser completamente pazzi per pensare che siamo tutti, interpreti e spettatori, dei grandi attori?